Durante il colloquio potrai esprimere il tuo malessere, raccontare la tua storia ed io ti farò delle domande che ti aiuteranno a comprendere te stesso. La psicoterapia aiuta a ritrovare il benessere e la serenità perduta, aiuta la persona a trovare dentro di sé le risorse per affrontare i problemi e le difficoltà che sta vivendo.

I colloqui individuali durano 50 minuti. Il percorso terapeutico varia in base al tipo di problema e alla sua gravità, alcuni disagi si risolvono più velocemente altri richiedono più tempo.

Vedi il tariffario.

Sì, potrai decidere di interrompere la psicoterapia quando vorrai tu. Ovviamente ti esprimerò la mia opinione a riguardo, di dirò se riterrò opportuna o meno l’interruzione. Ci sono situazioni in cui la persona ha le risorse e le capacità di gestire le sue difficoltà psicologiche anche senza proseguire con i colloqui terapeutici. Ci sono casi in cui la persona decide di proseguire la terapia perché la ritiene utile, piacevole, rigenerante e distensiva, pur non vivendo una situazione personale particolarmente grave. Ci sono altri casi in cui dico chiaramente che ritengo inopportuno e controproducente interrompere il percorso terapeutico, pur se la persona è libera di farlo.

Sì, può capitare che si desideri interrompere il percorso terapeutico per poi riprendere più avanti. A volte capita che le persone stiano bene e che dopo qualche anno vogliano riprendere la terapia o fare, semplicemente, qualche colloquio per nuove situazioni o disagi che si sono presentati nella loro vita. Io dico sempre ai miei pazienti che “la mia porta è aperta” e che se dovessero aver bisogno in futuro io ci sarò.

Chiamami tu. Ci incontriamo, mi racconti la situazione, mi descrivi come si comporta ed io ti dirò la mia opinione a riguardo. Capita che alcune persone stiano molto male e non vogliano andare da uno psicologo.

Vediamo alcuni motivi per cui una persona che sta male e non vuole andare dallo psicologo. Per esempio, in alcuni tipi di depressione, la persona depressa non se la sente o non riesce a chiedere aiuto a nessuno, tantomeno ad uno psicologo. In questi casi è indispensabile che siano i familiari a chiedere aiuto ad uno specialista psicoterapeuta e psichiatra.

Alcune persone con particolari tipi di disturbi di personalità non chiederebbero mai aiuto ad uno psicologo, perché   “il disturbo è comunque la loro personalità”, personalità dalla quale non riescono e non vogliono staccarsi. In questi casi loro stanno male, ma non vedono alternative alla loro vita che stare male, e tendono, quindi a far star male anche le persone che gli stanno attorno.

Un altro caso, può essere quello di un genitore che vede il proprio figlio stare male, ed il figlio non vuole andare in terapia. Il genitore può trarre vantaggio da dei colloqui psicologici per capire meglio come porsi nei suoi confronti e come aiutarlo a stare meglio.

Lo psicologo ha conseguito la laurea in psicologia.
Lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria.
Lo psicoterapeuta può essere sia un medico che uno psicologo che ha conseguito una specializzazione in psicoterapia (che prevede una formazione quadriennale di 500 ore l’anno tra formazione teorica e pratica).

No. È lo psichiatra che può prescrivere psicofarmaci, perché lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria e solo i medici possono prescrivere famaci.
Ci sono alcune situazioni in cui lo psicologo può suggerire al suo paziente di richiedere un consulto psichiatrico per valutare un eventuale bisogno di un aiuto farmacologico. Nei casi in cui fosse utile una terapia farmacologica si suggerisce sempre di affiancare una psicoterapia, perché il farmaco aiuta a livello chimico, ed alcune volte è assolutamente necessario, e la psicoterapia aiuta la persona a trovare dentro di sé delle strategie o modalità di approcciarsi alla vita che lo facciano stare bene.
La combinazione tra uso di psicofarmaci e psicoterapia porta in genere a ottimi risultati più profondi e duraturi nel tempo. Ci sono persone che devono prendere psicofarmaci tutta la vita perché il loro malessere ha un’origine endogena, altri che dopo un periodo di tempo possono farne a meno.

Lo psicologo è tenuto al segreto professione, pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate.

Vorrei evidenziare il valore di uno spazio privato e tutelato in cui la persona può esprimersi liberamente, guidato da un professionista del benessere psicologico, in un periodo storico in cui il confine tra pubblico e privato è molto sfumato.

Nel caso in cui il paziente dichiarasse di aver commesso un reato perseguibile d’ufficio lo psicologo è obbligato a farne denuncia all’Autorità Giudiziaria, esercitando lo psicologo una professione sanitaria in veste di pubblico ufficiale.