Disturbi Psichici

QUALI SONO I DISTURBI PSICHICI PIU’ DIFFUSI?

I DISTURBI PSICHICI SONO UN MALESSERE DEL CUORE, DELL’ANIMA E DEL CORPO.

ANSIA – DEPRESSIONE – OSSESSIONI COMPULSIONI – DISTURBI ALIMENTARI – INSONNIA – TRAUMA E STRESS – SESSUALITA’ – DISTURBI DI PERSONALITA’ – APPRENDIMENTO E SVILUPPO – IRASCIBILITA’

Indicano la presenza di un disagio, un disagio profondo. Ed è importante prendersene cura.

Negli ultimi anni il disagio psicologico è aumentato. La pandemia, la guerra e la crisi economica hanno comportato un aumento dei disturbi psichici. Un rapporto della Commissione europea sull’impatto della pandemia sulla salute mentale riferisce che i giovani sono stati particolarmente colpiti. Hanno visto le loro vite sconvolte.

In Italia sono soprattutto i giovani ad aver fatto richiesta del Bonus psicologo: su 300mila richieste, oltre il 60%, proviene da cittadini sotto i 35 anni. Ma in realtà le richieste arrivano per tutte le fasce di età, adulti, bambini, adolescenti ed anche anziani.

ECCO DI SEGUITO I DISTURBI PSICHICI PIU’ DIFFUSI

  • ANSIA
  • ATTACCHI DI PANICO
  • FOBIE
  • DEPRESSIONE
  • DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
  • DISTURBI DELL’ ALIMENTAZIONE
  • INSONNIA
  • DISTURBI DA TRAUMA E STRESS
  • DISTURBI SESSUALI
  • DISTURBI DI PERSONALITA’
  • DISTURBO DEL COMPORTAMENTO DIROMPENTE

MA CHE ORIGINE HANNO QUESTI DISTURBI?

Il disagio psicologico deriva sicuramente dall’interazione di più fattori.

Entrano in gioco dei fattori ambientali come traumi psicologici, eventi stressanti, lutti, relazioni familiari difficili, problemi di coppia, lavorativi, economici, malattia e tanto altro ma può esserci anche una certa predisposizione individuale definita anche vulnerabilità biologica.

Quando si ha un disturbo psicologico l’individuo presenta tutta una serie sintomi.

MA QUESTI SINTOMI CHE COSA CI STANNO COMUNICANDO?

Ci stanno dicendo che c’è qualcosa che non va. Spesso sono solo la punta di un iceberg e per risolvere questo disagio è importante “guardarci dentro”, capire da dove si origina, lavorarci dal punto di vista psicoterapeutico e poi i sintomi possono sparire, risolversi.

Un disturbo psichico è caratterizzato da una costellazione di sintomi.

E gli psicologi e gli psichiatri li hanno studiati e poi classificati dandogli un nome. Quindi, possiamo dire che una persona soffre di attacchi di panico, ha un particolare disturbo sessuale, ha un disturbo ossessivo compulsivo o una depressione maniacale. E poi in base al tipo di disturbo che ha la persona si procede con una certa modalità terapeutica per la cura del disturbo stesso.

Se si vive un disagio psicologico è fondamentale rivolgersi ad un professionista della salute mentale.

La diagnosi è importante. Perché in base a quella si imposta un lavoro terapeutico.

TRE COSE A MIO RIGUARDO IMPORTANTISSIME

  1. Non farsi auto-diagnosi.

Se si hanno dei sintomi psicologici/psichiatrici rivolgersi ad un professionista della salute mentale psicologo psicoterapeuta o psichiatra.

  1. Non considerare la diagnosi definitiva e per sempre.

In genere un disturbo psichico si cura.

  1. È importante capirne l’origine di un disagio.

In alcuni casi i sintomi ci comunicano un messaggio e sono la conseguenza di un disagio. Un professionista ti aiuta in questo processo di ricerca delle cause per poi andare verso la giusta cura e nella maggior parte dei casi la guarigione.

MA RICORDA: OGNI ESSERE UMANO E’ UNICO E IRRIPETIBILE

E quindi ogni classificazione dei disturbi psichici è indicativa, perché ogni persona è unica e quindi non collocabile all’interno di un’etichetta diagnostica.

Il disagio di ogni persona merita di essere ascoltato, accolto e curato secondo un percorso totalmente personalizzato.

E solo tu puoi essere il protagonista della tua guarigione, del tuo benessere.

Ogni disturbo si può presentare in forma lieve o in forma grave. È sempre meglio prendersene cura da subito, quando in genere i sintomi sono lievi e non invalidanti. Questo per due motivi: prima di tutto non è bene continuare a stare male per lungo tempo e poi la sintomatologia può peggiorare con possibili ripercussioni negative sulla vita della persona da un punto di vista relazionale, sociale, scolastico o lavorativo.

Ecco di seguito un breve elenco e descrizione dei principali disturbi psichici.

ANSIA – DEPRESSIONE – OSSESSIONI COMPULSIONI – DISTURBI ALIMENTARI – INSONNIA – TRAUMA E STRESS – SESSUALITA’ – DISTURBI DI PERSONALITA’ – APPRENDIMENTO E SVILUPPO – IRASCIBILITA’

 

DISTURBI D’ANSIA

Una certa quota d’ansia non solo è normale, ma è anche adattativa e forse vitale per il nostro benessere e il normale funzionamento.
Quando l’ansia, però, supera certi livelli può interferire con il benessere personale, abbiamo quindi i disturbi d’ansia.

Attacchi di panico
Un attacco di panico è una paura, talvolta un terrore estremo, che inizia improvvisamente ed è accompagnato da una varietà di sintomi della specie “combatti o fuggi”, più alcuni altri – dolore al petto, brividi, sensazione di calore eccessivo, respiro corto, tachicardia o cardiopalmo, formicolio o torpore, eccessiva sudorazione, nausea, vertigine, tremori. Di conseguenza, queste persone possono provare una sensazione di irrealtà o temere di essere in procinto di perdere la ragione o di morire.

Disturbo di panico
Come risultato di un attacco di panico inaspettato, il paziente teme che gli attacchi si verificheranno di nuovo o tenta di evitare ulteriori attacchi prendendo misure precauzionali inefficaci, come abbandonare le attività preferite o evitare i luoghi in cui gli attacchi si sono verificati.

Agorafobia
Questi pazienti provano spesso ansia marcata o timore quando si ritrovano soli o lontano da casa. Le situazioni temute sono potenzialmente tantissime: essere su un autobus (o su un altro mezzo di trasporto), fare shopping, partecipare a uno spettacolo teatrale. Per alcuni si tratta di una situazione ordinaria come camminare attraverso uno spazio aperto (un mercato, un parco giochi), ritrovarsi in mezzo a una folla o in coda. Quando si indaga il contenuto dei loro pensieri, queste persone temono che in quelle situazioni fuggire sarebbe impossibile o che non ci sarebbe la possibilità di aiuto (in caso di panico). Perciò evitano tali situazioni o le affrontano solo con un amico fidato o, se tutto fallisce, le vivono con estrema sofferenza.

Fobia specifica
Uno specifico oggetto o situazione causa abitualmente terrore o ansia immediati, eccessivi (e ingiustificati), determinando la tendenza all’evitamento o un’estrema ansia qualora debbano essere affrontati.
Si può avere fobia per animali (serpenti, ragni), ambienti naturali (temporali, altezze), sangue, iniezioni, aghi, interventi chirurgici, cure mediche; o fobie di situazioni tipo viaggiare in aereo, rimanere intrappolati, o di vomitare o soffocare; nel caso dei bambini, rumori assordanti o persone che indossano maschere.

Disturbo d’ansia sociale
Un’ansia eccessiva è connessa a circostanze in cui il paziente può essere osservato da vicino dalle altre persone – parlare o esibirsi in pubblico, mangiare o bere, scrivere, quasi anche solo parlare con un’altra persona. Poiché queste attività causano quasi sempre una paura sproporzionata di essere a disagio o di un rifiuto sociale, il paziente evita tali situazioni o le affronta con estrema ansia.

Mutismo selettivo
Sebbene parli normalmente in altri momenti, il paziente abitualmente non parla in alcune situazioni in cui ci si aspetta un discorso, come in classe.

Disturbo d’ansia di separazione
Questi pazienti cercano di evitare di stare da soli in quanto temono che qualcosa possa accadere a un genitore o a una persona importante per la loro vita. Immaginano che il genitore possa morire o che si perda (o che saranno loro a morire o a perdersi), perciò anche il solo pensiero di una separazione può causare ansia e incubi, o crisi di vomito o altre lamentele di sintomi fisici. Di conseguenza, sono riluttanti a recarsi a scuola, al lavoro o a dormire fuori da casa – talvolta anche nel proprio letto.

Disturbo d’ansia generalizzata
Una preoccupazione eccessiva, e difficile da controllare, per numerose questioni – riguardanti la salute, la famiglia, il denaro, la scuola, il lavoro – che si manifesta con sintomi fisici e psichici: tensione muscolare, irrequietezza, affaticabilità, irritabilità, difficoltà di concentrazione, insonnia.

 

 

DISTURBI DELL’UMORE

Un disturbo dell’umore è una tipologia di malattia caratterizzata dalla presenza di un umore alterato. Quasi la totalità dei pazienti affetti da disturbo dell’umore esperisce prima o poi la depressione, mentre alcuni possono avere anche episodi maniacali. L’umore rappresenta un’emozione continua che colora, definisce il modo in cui vediamo la vita. Risulta estremamente importante comprendere quando l’umore si altera in senso patologico, poiché circa il 20% delle donne adulte e il 10% degli uomini adulti possono incorrere in una tale esperienza nel corso della loro esistenza.

Depressione
Le persone che manifestano un episodio depressivo maggiore sono profondamente infelici. Molte si sentono tristi, sconfortate, depresse o con sentimenti simili; tuttavia, alcuni soggetti insisteranno invece sul fatto che loro hanno solamente perso interesse in quasi tutte le attività per le quali un tempo provavano piacere. Tutti riconosceranno altri sintomi – come affaticamento, incapacità di concentrazione, sentimenti di inutilità o di colpa e desideri di morte o pensieri di suicidio. In aggiunta, tre aree sintomatologiche possono verificarsi, o in aumento o in diminuzione rispetto alla norma: il sonno, l’appetito/il peso e l’attività psicomotoria.

Distimia
Nella distimia lo stato depressivo si presenta in forma meno grave rispetto alla depressione maggiore.

Depressione maniacale/disturbo bipolare
Disturbo in cui l’umore si alterna tra stati depressivi e stati maniacali.

Episodio maniacale
I pazienti in preda a un episodio maniacale sono praticamente inconfondibili. Infatti queste persone si sentono euforiche (sebbene qualche volta siano solo irritabili) ed è impossibile ignorare il loro attivismo energico e frenetico. Riescono a intraprendere solo pochi dei molti piani e progetti che hanno in mente (si distraggono molto facilmente). L’eloquio è alternato a risate, solitamente con una certa velocità e spesso con fuga delle idee. Dormono meno del solito, sentendosi comunque in forma (“il sonno è una perdita di tempo quando c’è molto da fare”). La grandiosità è a volte così esagerata da poter diventare una vera e propria convinzione delirante. In mancanza di una consapevolezza di malattia (spendono soldi in modo incauto, intraprendono avventure rischiose), il funzionamento è pregiudicato, spesso a tal punto da richiedere un intervento esterno per obbligarli alla cura, per proteggerli da loro stessi o per garantire la sicurezza delle altre persone.

Episodio ipomaniacale
L’ipomania è una “mania lieve” – con molti sintomi simili anche se non della stessa intensità. Queste persone si sentono euforiche o irritabili con un elevato livello di energia o attività. Hanno molti progetti che a volte riescono anche a portare a termine, nonostante una certa distraibilità. Parlano molto, e ciò riflette la presenza di pensieri accelerati, e possono manifestare fuga delle idee. La capacità di giudizio (nel sesso e nelle spese) può essere compromessa ma non a tal punto da necessitare l’ospedalizzazione per la loro protezione o quella di altre persone. Nonostante i pazienti raggiungano qualche volta uno stato di esagerazione ed esaltata autostima, tali caratteristiche non raggiungono mai un’intensità delirante. Potete notare il cambiamento in queste persone, ma ciò comunque non pregiudica il funzionamento, tant’è che a volte questi soggetti riescono veramente a fare molte cose!

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO E DISTURBI CORRELATI

Raggruppa i disturbi accomunati dalla presenza di pensieri intrusivi e comportamenti ripetitivi che consumano tempo: stuzzicamento della pelle, accumulo, ricerca di difetti del proprio corpo e, ovviamente, i classici sintomi caratteristici del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).  In qualunque modo abbiano avuto inizio, tali comportamenti alla fine si tramutano in sintomi, pesando su quei comportamenti che, un tempo gesti volontari, si sono trasformati in doveri che devono essere eseguiti a costo d’ansia e sofferenza. Questi comportamenti non sono tutti indesiderati, per lo meno quelli incentrati sulla perfezione fisica (disturbo di dismorfismo corporeo) o sull’accumulo di oggetti (disposofobia o disturbo da accumulo).

Disturbo ossessivo-compulsivo DOC
Il paziente presenta ossessioni o compulsioni angoscianti (o entrambe!) che occupano così tanto tempo da interferire con la consueta routine. Le ossessioni sono pensieri ricorrenti e indesiderati che si insinuano nella coscienza; il paziente tenta generalmente di sopprimerle, ignorarle o neutralizzarle. Le compulsioni sono comportamenti ripetuti agiti (talvolta mentali) che seguono delle regole (o rispondono alle ossessioni), con il fine di alleviare la sofferenza; il paziente può tentare di resistere. I comportamenti sono irragionevoli, ovvero non hanno alcuna reale possibilità di aiutare il paziente per la sofferenza legata alle ossessioni. Disturbo cronico da tic.

Questi pazienti, di solito uomini, tendono a presentare un’insorgenza del DOC particolarmente precoce, spesso prima degli 11 anni di età. Con maggiore probabilità presentano ossessioni a contenuto di precisione e simmetria; le compulsioni che mettono in atto riguardano il riordinare e il sistemare le cose.

Disturbo di dismorfismo corporeo
In questo disturbo, pazienti fisicamente normali credono che parti del proprio corpo siano deformate o sgradevoli. A seguito di un minuscolo, talvolta invisibile, difetto fisico, il paziente effettua ripetuti controlli allo specchio, chiede rassicurazioni, si stuzzica zone di pelle o fa confronti mentali con altre persone.

Disturbo da accumulo (o disposofobia)
Questi pazienti sono in balia di un forte impulso: avvertono la travolgente necessità di accumulare oggetti. Provano preoccupazione, sicuramente angoscia, quando tentano di disfarsi dei loro oggetti, anche quando questi sembrano essere di scarso valore (sentimentale o altro). Di conseguenza, gli oggetti si accumulano, accatastandosi negli spazi abitati tanto da renderli inutilizzabili. La grande quantità di oggetti accumulati interferisce con la vita e il vivere dell’individuo stesso. In alcuni casi il paziente realizza che i pensieri e i comportamenti di accumulo causano problemi, in altri è per lo più sicuro che l’accumulo non sia un problema o addirittura è assolutamente sicuro che l’accumulo non sia un problema.

Più di mille anni fa, la leggenda di Beowulf narrava di un accumulo (hoard), inteso come una riserva di cose di valore (specialmente denaro o altri tesori), messo da parte per un utilizzo futuro. Oggi giorno, utilizziamo quel termine per riferirci a qualcosa di scarso valore messo da parte al di là dell’utilità pratica. Le motivazioni alla base dell’accumulo possono essere diverse. Alcune persone ritengono che i loro oggetti possiedano un valore anche quando in realtà non lo hanno. Altre persone possono imitare comportamenti che hanno visto in altri membri della propria famiglia. Altri ancora, apparentemente, si sentono rassicurate dalla presenza di oggetti con cui sono cresciuti o che pensano possano tornare loro utili in futuro. Qualunque sia la motivazione, l’ambiente in cui vive un accumulatore diventa caotico, arrivando addirittura a stiparlo completamente di oggetti. (Nel caso in cui vi siano aree abitabili è perché, probabilmente, qualcuno riordina quel caos.)

Una conseguenza sociale dell’accumulo è quella che i bambini temono di portare visitatori a casa e non impareranno i fondamenti della gestione della casa in tale contesto! Il disturbo da accumulo si ritiene affligga il 2-5% della popolazione generale. Gli accumulatori non considerano i propri sintomi come intrusivi, sgradevoli o stressanti. Al contrario, la sofferenza spesso nasce solo quando queste persone vengono costrette a liberarsi delle cose che, con tanta fatica, hanno portato a casa. Il disturbo da accumulo comprende differenti tipologie: persone che accumulano libri, o animali (pensiamo a un accumulatore di gatti), di cibo che ha superato la data di scadenza. Il disturbo inizia in giovane età e peggiora con il tempo, così si riscontra più spesso tra gli adulti più anziani; i maschi superano numericamente le femmine. Sembra vi sia una forte ereditarietà.

Tricotillomania
Lo strappare capelli o peli da varie parti del corpo si accompagna spesso a un senso di “tensione e sollievo” e può tradursi nella comparsa di aree alopeciche e tentativi di controllare il comportamento.

Disturbo da escoriazione
Il paziente si stuzzica in modo persistente la pelle tanto da produrvi traumi. Di solito ha inizio in adolescenza, anche se talvolta l’esordio è più tardivo.

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Alimentarsi troppo o troppo poco è un comportamento molto comune. Quasi chiunque ha perseguito uno di questi comportamenti almeno una volta nella vita. Ma tali comportamenti, quando portati all’estremo, possono essere estremamente pericolosi; talora addirittura letali. Sebbene i criteri tendano a distinguere tali disturbi in modo netto, nella pratica clinica i pazienti possono passare dall’uno all’altro.

Anoressia nervosa
Questi pazienti sono in genere giovani donne che si alimentano talmente poco da apparire scheletriche, sebbene mantengano la paura di diventare obese o di aumentare di peso e continuino ad avere la percezione distorta di essere in sovrappeso.

Bulimia nervosa
Il paziente perde il controllo sull’alimentazione, consumando una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. Digiuno, vomito autoindotto, esercizio fisico estremo, abuso di lassativi o altri farmaci possono essere utilizzati come meccanismi per il controllo del peso.

Disturbo da binge-eating
Il paziente perde il controllo, consumando con abbuffate una quantità di cibo nettamente superiore all’ordinario, in una cornice di tempo nella norma. Durante l’abbuffata il paziente mangia troppo e troppo velocemente (fino a sentirsi dolorosamente pieno) e in solitario (per evitare imbarazzi), ma non si accompagna a comportamenti volti a compensare l’eccessiva alimentazione (come vomito autoindotto o esagerata attività fisica).

 

DISTURBI DEL SONNO-VEGLIA

Il sonno è un comportamento essenziale per gli umani, come per tutti gli altri animali. Tenete a mente questi punti riguardo al sonno fisiologico degli umani.
Quando il sonno è anomalo, si possono avere profonde conseguenze per la salute.
Il sonno di un individuo cambia durante tutto il ciclo di vita. Tutti sanno che i neonati dormono per la maggior parte del tempo. Quando si invecchia, si impiega più tempo ad addormentarsi, si ha bisogno di dormire di meno e ci si risveglia più spesso durante la notte.
Il sonno non è uniforme; esso varia in termini di profondità e di qualità durante tutta la notte. Le due principali fasi del sonno sono il sonno a movimenti oculari rapidi (REM), durante il quale si verifica la maggior parte dei sogni, e il sonno non-REM. Vari disturbi possono essere correlati a queste fasi del sonno.
Molte delle persone che dormono meno profondamente o più brevemente di quello che credono di potere non hanno un reale disturbo del sonno.

Disturbo da insonnia
È principalmente la qualità o la quantità del sonno che causa la lamentela: difficoltà a iniziare il sonno, o a mantenerlo, oppure un risveglio precoce con incapacità di riaddormentarsi. A volte, il sonno è semplicemente non ristoratore. Il giorno dopo, il paziente si sente affaticato, scontroso, ha scarsa concentrazione, o altrimenti funzionamento compromesso.

Disturbo da ipersonnolenza 
Il paziente lamenta grave sonnolenza diurna persino dopo più di 7 ore di sonno, fa ripetutamente dei pisolini o si addormenta ogni giorno, mostra difficoltà nel rimanere completamente sveglio o dorme a lungo (9+ ore a notte), ma non bene (il sonno non è ristoratore).

DISTURBI CORRELATI A EVENTI TRAUMATICI E STRESSANTI

Disturbo da stress post-traumatico
È accaduto qualcosa di veramente terribile. Un paziente è stato gravemente ferito o forse abusato sessualmente; un altro è stato strettamente coinvolto nella morte o nel ferimento di qualcuno; un terzo è soltanto venuto a sapere che qualcuno a lui vicino è stato vittima di un incidente o di altra violenza, mentre coloro che lavorano in condizioni di emergenza (polizia, vigili del fuoco) possono essere traumatizzati attraverso l’esposizione ripetuta. In seguito a questi eventi, per settimane o mesi questi pazienti:

  • Rivivono ripetutamente l’evento, forse in incubi o sogni sconvolgenti, forse in immagini mentali intrusive o flashback dissociativi. Alcune persone rispondono ai ricordi dell’evento con manifestazioni fisiologiche (tachicardia, mancanza di respiro) o di stress emotivo.
  • Prendono provvedimenti per evitare di rivivere l’orrore: si rifiutano di guardare film o la televisione o di leggere racconti che descrivono l’evento, oppure allontanano i pensieri o i ricordi al di fuori della coscienza.
  • Presentano una visione pessimistica del futuro: con stati d’animo costantemente negativi, esprimono pensieri cupi (“Sono inutile”, “Il mondo è un casino”, “Non riesco a credere a nessuno”). Essi perdono interesse verso attività importanti e si sentono distaccati dalle altre persone. Alcuni sperimentano amnesia per alcuni aspetti del trauma; altri diventano insensibili, sentendosi incapaci di amare o di sperimentare gioia.
  • Provano sintomi di ipereccitazione: irritabilità, eccessiva vigilanza, difficoltà di concentrazione, insonnia o risposte di allarme intensificate.

Disturbo da stress acuto
È accaduto qualcosa di veramente terribile – gravi lesioni o abusi sessuali, o forse la morte traumatica o il ferimento di qualcun altro. (Può verificarsi anche se si apprende che un altro ha subito violenza o lesione, o attraverso l’esposizione ripetuta per un lavoratore in stati di emergenza.) Di conseguenza, per un mese il paziente sperimenta molti sintomi come ricordi intrusivi o incubi; esperienze dissociative come flashback e sensazione di alterata realtà; l’inabilità a esperire gioia o amore; amnesia per parti dell’evento; tentativi di evitare i ricordi dell’evento (rifiutando di guardare film o la televisione o di leggere racconti sullo stesso); allontanamento dei pensieri e dei ricordi al di fuori dalla coscienza. Il paziente può anche sperimentare sintomi di ipereccitazione: irritabilità, ipervigilanza, difficoltà di concentrazione, insonnia, o un’intensa risposta di allarme.

Disturbo dell’adattamento
Un fattore di stress induce qualcuno a sviluppare depressione, ansia o sintomi comportamentali comportamentali – ma la risposta è maggiore rispetto a quanto ci si aspetterebbe per la maggior parte delle persone in circostanze simili. Dopo che il fattore di stress è terminato, i sintomi possono trascinarsi, ma non per più di 6 mesi.

 

DISFUNZIONI SESSUALI

Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile
Il paziente non è molto interessato al sesso, per quanto le sue performance possano essere adeguate una volta che l’attività sessuale viene attivata.

Disturbo erettile
L’erezione non è sufficiente per iniziare o completare un rapporto sessuale.

Eiaculazione precoce
Un uomo raggiunge più volte l’orgasmo prima, durante o dopo la penetrazione.

Eiaculazione ritardata
Nonostante un normale periodo di eccitazione sessuale, l’orgasmo maschile può essere ritardato o può non verificarsi del tutto.

Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile
Una donna manca di interesse nel sesso o non raggiunge un’eccitazione sufficiente.

Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione
Il dolore genitale si verifica (solo nelle donne) durante il rapporto sessuale, spesso durante la penetrazione.

Disturbo dell’orgasmo femminile
Nonostante un adeguato periodo di eccitazione sessuale, l’orgasmo può essere ritardato o può non verificarsi del tutto.

Disfunzione sessuale indotta da sostanze/farmaci
Molti di questi problemi possono essere causati anche da intossicazione o da astinenza da alcol o da altre sostanze.

DISFORIA DI GENERE

OMOSSESSUALITA’
C’è una grossa differenza tra il genere assegnato (biologico) e quello che il paziente esperisce come senso di sé. Questa differenza può esprimersi come un rifiuto o un desiderio di non appartenere al proprio sesso e di presentare le caratteristiche tipiche del sesso opposto. Il paziente inoltre può esprimere il desiderio di appartenere all’altro genere e di essere trattato come tale. Alcuni pazienti ritengono che le loro risposte siano tipiche di quelle dell’altro genere.

 

DISTURBI DI PERSONALITÀ

Introduzione
Tutti gli esseri umani (e diverse altre specie) hanno tratti di personalità. Questi costituiscono delle modalità ben integrate secondo cui gli individui vivono, interagiscono e pensano di tutto ciò che accade intorno a loro. I DP sono un insieme di tratti che sono diventati rigidi e contribuiscono a creare svantaggio per l’individuo fino al punto di ostacolarne il funzionamento e creare sofferenza. Questi modelli di comportamento e di pensiero sono stati presenti sin dalla prima età adulta e sono stati riconoscibili nel paziente per un lungo periodo di tempo. La personalità e, di conseguenza, i disturbi di personalità devono probabilmente essere considerati in modo dimensionale più che categorico: questo significa che le loro componenti (tratti) sono presenti nelle persone normali, ma risultano accentuati in coloro che presentano il disturbo in questione.
I disturbi di personalità sono stati suddivisi in tre gruppi.

Disturbi di personalità del primo gruppo

Le persone con disturbi di personalità del primo gruppo possono essere descritte come chiuse, fredde, sospettose o irrazionali.

Disturbo di personalità Paranoide
Queste persone sono sospettose e si offendono facilmente. Spesso hanno pochi confidenti e possono intravedere significati nascosti in risposte del tutto innocenti.

Disturbo di personalità Schizoide
Questi pazienti si preoccupano minimamente delle relazioni sociali, hanno un ristretto intervallo emotivo e sembrano indifferenti alla critica o all’elogio. Tendono a essere solitari, evitano relazioni strette (comprese quelle sessuali).

Disturbo di personalità Schizotipico
Le relazioni interpersonali sono particolarmente difficili per queste persone, le quali sembrano singolari o strane agli occhi degli altri. Queste persone non possiedono amici stretti e si trovano a disagio in situazioni sociali. Possono essere sospettosi, presentare insolite percezioni o pensieri, fare discorsi eccentrici e dimostrare stati d’animo non adeguati.

Disturbi di personalità del secondo gruppo 

Le persone con disturbi di personalità del secondo gruppo possono essere piuttosto teatrali, emotive e possono ricercare attenzione; il loro umore è labile e imprevedibile. Hanno spesso intensi conflitti interpersonali. Antisociale. Il comportamento irresponsabile, spesso criminale, di queste persone ha inizio nell’infanzia o nella prima adolescenza con assenze ingiustificate a scuola, fughe, crudeltà, combattimenti, tendenza a distruggere le cose, menzogne e furti. In aggiunta al comportamento criminale, da adulti potrebbero contrarre debiti o attuare altri comportamenti irresponsabili, agire in modo sconsiderato o impulsivo e non dimostrare alcun tipo di rimorso per i propri comportamenti.

Disturbo di personalità Borderline
Queste persone impulsive mettono in pratica comportamenti autolesivi (avventure sessuali, spese avventate, eccessivo utilizzo di sostanze o di cibo). Sono affettivamente instabili, spesso dimostrano rabbia intensa e inappropriata. Si sentono vuoti o annoiati e cercano freneticamente di evitare l’abbandono. Sono incerti su chi siano realmente e sono incapaci di mantenere delle stabili relazioni interpersonali (pag. 542).

Disturbo di personalità Istrionico
Eccessivamente emotivi, labili e disperatamente in cerca di attenzioni, queste persone necessitano di costanti rassicurazioni sul loro fascino. Possono essere egocentrici e sessualmente seduttivi.

Disturbo di personalità Narcisistico
Queste persone hanno un senso di grandiosità e sono spesso preoccupate dall’invidia, fantasie di successo, rimuginazioni sull’unicità dei propri problemi. Il loro senso del diritto e la mancanza di compassione può portarli ad approfittarsi degli altri. Rifiutano vigorosamente le critiche e necessitano di costante attenzione e ammirazione.

Disturbi di personalità del terzo gruppo 

Le persone con disturbi di personalità del terzo gruppo tendono a essere ansiose e tese, spesso in modo non controllato.

Disturbo di personalità Evitante
Queste persone sono timide e spesso si sentono ferite dalle critiche tanto da esitare a entrare in contatto con gli altri. Possono temere l’imbarazzo del mostrare le proprie emozioni o di dire cose che possono essere sciocche. Possono non avere amici stretti e considerare esagerati i rischi a impegnarsi in nuove attività.

Disturbo di personalità Dipendente
Queste persone hanno un estremo bisogno di approvazione da parte degli altri tanto da avere problemi a prendere decisioni in autonomia o a iniziare progetti; possono anche essere d’accordo con altre persone che ritengono che loro stiano sbagliando. Temono l’abbandono, si sentono senza speranza quando sono soli e si sentono distrutti quando una relazione termina. Vengono facilmente urtati dalle critiche e possono addirittura offrirsi per compiere mansioni spiacevoli solo per guadagnare il favore degli altri.

Disturbo di personalità Ossessivo-compulsivo
Perfezionismo e rigidità caratterizzano queste persone. Sono spesso stacanovisti, tendono a essere indecisi, eccessivamente scrupolosi e preoccupati dai dettagli. Insistono affinché gli altri facciano le cose secondo il loro modo. Hanno difficoltà nell’esprimere affetto, tendono a mancare di generosità e possono avere reticenza nel liberarsi di oggetti privi di valore di cui non hanno più bisogno.

 

DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder)
Le insegnanti spesso richiedono la valutazione di questi bambini dopo aver notato il loro comportamento, in quanto sono sempre in movimento, con la loro irrequietezza e agitazione disturbano la classe, si alzano dalle sedie, continuano a parlare, anche interrompendo gli altri, non sono in grado di rispettare i turni o di giocare tranquillamente. A dire il vero, l’iperattività è solo una parte del problema. Questi bambini hanno inoltre difficoltà a prestare attenzione e a mantenere la concentrazione sul loro lavoro o sul gioco – e questo aspetto costituisce la componente di disattenzione del disturbo. Si distraggono facilmente (e quindi non amano ed evitano sforzi mentali come i compiti a casa), non riescono a concentrarsi sui dettagli e quindi fanno errori di distrazione. Le scarse abilità di organizzazione condizionano la perdita di incarichi e di altri compiti e l’incapacità di gestire impegni e appuntamenti. Questi comportamenti interferiscono con molti aspetti della loro vita, incluse la scuola, le relazioni familiari e la vita sociale. Generalmente questi comportamenti vengono mantenuti anche durante l’adolescenza e oltre, anche se con il passare del tempo possono modificarsi di intensità.

Disturbo del linguaggio
In considerazione del fatto che il disturbo si manifesta fin dalla prima infanzia, il paziente presenta un ritardo rispetto alle attese nell’utilizzo del linguaggio sia scritto sia verbale. Se paragonati ai coetanei, i pazienti presentano un vocabolario ridotto, una compromissione nell’utilizzo delle parole per la formazione delle frasi e una ridotta capacità di utilizzare le frasi per esprimere le proprie idee.

Disturbo fonetico-fonologico
Il paziente presenta una difficoltà nella produzione dei suoni dell’eloquio, compromettendo così la comunicazione.
Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzie)
Questi pazienti presentano problemi nel parlare senza intoppi, soprattutto con i suoni prolungati o ripetuti; è possibile che ci siano delle pause tra le parole. Mentre parlano sono molto tesi e ripetono intere parole o sostituiscono facilmente le parole difficili da pronunciare. Risultato: incremento dell’ansia quando devono parlare.

Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica)
Il paziente presenta fin dalla prima infanzia le seguenti difficoltà: utilizzare il linguaggio per scopi sociali, adattare la comunicazione al contesto, seguire le convenzioni (regole) della conversazione e comprendere le comunicazioni implicite.

Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)
Il paziente presenta importanti difficoltà nella lettura, scrittura, nel calcolo.
Il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) è una particolare problematica nell’acquisizione delle informazioni – problematica che non è in correlazione con l’età o l’intelligenza del paziente e non può essere spiegata da fattori esterni come la cultura o la mancanza di scolarizzazione. Il DSA comprende una serie di differenze tra le competenze di apprendimento teoriche del bambino e le competenze scolastiche effettive (nella lettura, in matematica, nell’espressione scritta e).

I bambini con DSA hanno un rischio maggiore di presentare problematiche emotive e comportamentali, in particolare l’ADHD, disturbo dello sviluppo della coordinazione, i disturbi della comunicazione, così come i disturbi d’ansia e dell’umore.

Nel complesso, comunque, circa il 40% dei ragazzi con diagnosi di DSA lascia la scuola prima di conseguire il diploma, rispetto al 4% della popolazione nazionale. Questi disturbi possono continuare anche in età adulta, con una prevalenza dimezzata rispetto a quella dei bambini. Tra tutti i tipi di DSA, le difficoltà in matematica sono quelle che poi influenzano maggiormente l’età adulta.

Dislessia
La lettura è lenta e richiede uno sforzo eccessivo e si fa molta fatica a comprendere il significato del testo.

Disgrafia
I pazienti con DSA con compromissione dell’espressione scritta presentano problematiche con la grammatica, la punteggiatura, lo spelling e lo sviluppo di idee scritte. I bambini presentano difficoltà nel trasferimento di informazioni da una modalità orale/uditiva a una modalità visiva/scritta.

Discalculia
Il paziente presenta importanti difficoltà con gli aspetti matematici, nel calcolo o nel ragionamento matematico.

 

DISTURBO DA COMPORTAMENTO DIROMPENTE, DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI E DELLA CONDOTTA

Questi disturbi determinano problemi con la regolazione dei comportamenti e delle emozioni. I comportamenti in questione possono verificarsi sulla spinta del momento o possono essere programmati; alcuni sono accompagnati dallo sforzo di resistervi. Le azioni di per sé sono spesso illegali, con conseguenti lesioni nei confronti di chi le compie o degli altri. Ciascun disturbo, a suo modo, pone il paziente in conflitto con ciò che noi consideriamo norme sociali.

Disturbo oppositivo provocatorio
Questi pazienti sono spesso arrabbiati e irritabili, predisposti alla permalosità e dal temperamento esplosivo. Essi possono disubbidire alle autorità o scontrarsi con loro, inoltre possono rifiutarsi di collaborare o di seguire le regole – anche solo per creare fastidio. Essi talvolta accusano gli altri dei propri misfatti; alcuni appaiono malvagi.

Disturbo della condotta
In vario modo, queste persone non rispettano cronicamente le regole e i diritti altrui. In modo più evidente, essi utilizzano l’aggressione verso i propri coetanei (e talvolta verso i più grandi) – con atti di bullismo, risse, con l’utilizzo di armi pericolose, mostrando crudeltà verso le persone e gli animali, fino ad arrivare all’abuso sessuale. Essi possono appiccare intenzionalmente incendi o altrimenti distruggere le proprietà altrui; trasgressione e infrazione, frode e furto sono parte del loro repertorio. Assenze ingiustificate, fughe ripetute e rifiuto di rientrare a casa di notte in base alle raccomandazioni dei genitori completano il loro bagaglio.

Disturbo esplosivo intermittente
Il paziente manifesta frequenti, ripetuti e spontanei accessi di aggressività (verbale o fisica senza danneggiamento) o meno frequenti esplosioni di aggressività fisica con il ferimento di persone o animali o il danneggiamento di beni. Questi accessi non sono programmati, non hanno uno scopo e sono eccessivi rispetto allo stimolo.

Piromania
Questi pazienti appiccano deliberatamente molti incendi, ma senza interesse di guadagno, vendetta, atto terroristico o altra forma di vantaggio. Piuttosto, il loro è un interesse generale rispetto al fuoco e a quanto connesso (camion dei vigili del fuoco o le conseguenze eccitanti). Questi pazienti si sentono in tensione o eccitati prima di appiccare un incendio e sperimentano un senso di rilassatezza e piacere dopo averlo fatto.

Cleptomania
I pazienti agiscono ripetutamente sulla base dell’impulso a rubare oggetti di cui non hanno realmente bisogno. Prima della messa in atto di un furto, sperimentano tensione crescente, che porta a un senso di sollievo quando avviene il furto.

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Morrison, James. DSM-5® Made Easy. Edra.

… SE TI RICONOSCI IN UNA CERTA SINTOMATOLOGIA

….. se ti riconosci in una certa sintomatologia o in un disturbo psichico ti consiglio di chiedere un consulto psicologico…

……. non trascurarlo e non rimandare. Il disagio prima si affronta e prima si risolve.

Dott.ssa Carmela Giunta
info@psycocenter.it

Sono psicologa, psicoterapeuta, mediatrice familiare ed amo il mio lavoro.